Scheda 180 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 180 - Al Prefetto di Varsavia
Niepokalanòw, 9 II 1928

Al Signor Voivoda1 di Varsavia sul problema del convento dei Francescani a Niepokalanów e dell'editoria del Rycerz Niepokalanej in esso esistente. Il convento dei PP. Francescani a Niepokalanów (posta Teresin Sochaczewski) con la presente chiede una benevola dichiarazione, la quale confermi che la natura della nostra attività editoriale è religiosa e pastorale, e chiede la revoca dell'ordinanza del voivodato L.PH. 223/1 del 13 gennaio 1928 u.s. (recapitataci dall'ufficio distrettuale in data 3 febbraio u.s.) che vorrebbe la trasformazione della nostra casa religiosa in uno stabilimento industriale.  Lo chiediamo per i seguenti motivi:  1 ) Non abbiamo intenzione di gestire uno stabilimento industriale: non sarebbe conforme allo spirito religioso in genere e in particolare allo spirito del nostro Ordine Francescano, che sin dalle origini si fonda sulla povertà e sulla fiducia nella Provvidenza.  2) Lo scopo dell'attività che noi svolgiamo a Niepokalanów, compresa quella tipografica, è unicamente la diffusione del culto alla Santissima Vergine Maria Immacolata.  Riteniamo che esso sia un efficace rimedio contro l'immoralità privata e pubblica che ai nostri giorni dilaga ovunque in modo preoccupante. Mai è stato né sarà nostro scopo il guadagno o una azienda commerciale. La prova di questo: il costo eccezionalmente basso - 15 gr. la copia e 1,50 zl. l'abbonamento annuo - della rivista mensile Rycerz Niepokalanej che noi stampiamo in 32 pagine con copertina a colori.  Anzi, questa quota minima non la consideriamo neppure prezzo di abbonamento, poiché nel nostro lavoro ci facciamo guidare dal principio di venire incontro a chiunque e di inviare i numeri del periodico a tutti coloro che lo desiderano, senza considerare se e quanto possono dare.  Infatti, per coprire le spese, accettiamo offerte volontarie, noi stessi abitiamo in baracche di legno, viviamo di elemosina e ci priviamo perfino delle comodità che sono a maggior portata di mano; siamo noi stessi - oltre alle pratiche della vita religiosa che compiamo - ad affaticarci per la pubblicazione della rivista, lavorando talvolta al di sopra delle nostre forze, nello spirito della nostra vocazione, pur di conquistare il maggior numero possibile di anime immortali all'Immacolata e così sollevarle e renderle felici nel modo più autentico. Non assumiamo alcun operaio laico in nessun settore di lavoro, poiché non abbiamo mezzi per poterlo fare e nello stesso tempo non accettiamo nessuna commissione dall'esterno: infatti, non è nelle nostre intenzioni costituire un istituto grafico nel concetto giuridico.  3) Tutti i mezzi che adoperiamo o che pensiamo sia nostro dovere utilizzare servono unicamente ed esclusivamente allo scopo sopra esposto.  Sulla base dei suddetti principi, abbiamo l'onore di chiedere a lei, Signor Voivoda:  1. una benevola dichiarazione, la quale riconosca in via ufficiale la natura già sopra precisata del nostro lavoro;  2. il riconoscimento che la nostra attività - in quanto costituisce una realizzazione della regola di s. Francesco - non cade sotto la disposizione del Signor Presidente in data 7 giugno 1927 sulla legge industriale;  3. la revoca dell'ordinanza del voivodato L.PH. 223/1 del 13 gennaio 1928, in quanto fu determinata da insufficienti informazioni da parte nostra e, di conseguenza, non riguarda il nostro lavoro2.   p. Massimiliano M. Kolbe superiore del convento



Nota 180.1 Nel periodo fra le due guerre mondiali, la Polonia era suddivisa in 17 voivodati, detti anche province o prefetture (wojewodztwo - il termine indica sia il territorio che gli uffici direttivi della circoscrizione), retti da un voivoda o prefetto (wojewoda). Il voivodato era suddiviso in distretti o circondari (powiat) retti da un ufficiale statale (starosta) che risiedeva nell'ufficio distrettuale (starostwo). Il distretto, a sua volta, era suddiviso in piccole unità amministrative dette comuni rurali (gmina), retti da un sindaco (wojt). Cf. Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti (Treccani), vol. XXVII, p. 746, alla voce Polonia; Grande Dizionario Enciclopedico (UTET), 2 ed., vol. X, p. 232-5; MSJP, passim.

Nota 180.2 In seguito a questo ricorso, confermato ed appoggiato dal Ministro Provinciale, p. Cornelio Czupryk, il Ministero dell'Industria e del Commercio, con lettera del 25 II 1928, annullò la decisione della prefettura di Varsavia: “Il Ministero dell'Industria e del Commercio, in seguito al ricorso del superiore del convento dei Francescani, annulla la decisione dell'ufficio di prefettura, dato che la tipografia dei Francescani esistente in località Niepokalanòw diretta esclusivamente allo scopo della pubblicazione di riviste il cui compito è soltanto la diffusione del culto religioso e non assume operai salariati -non ha le caratteristiche essenziali di un'industria soggetta alle prescrizioni della disposizione del Presidente della Repubblica in data 7 giugno 1927 sulla legge industriale”. La decisione del Ministero dell'Industria e del Commercio, che risolveva la controversia nell'ambito amministrativo, fu resa nota con lettera del Prefetto di Varsavia in data 3 III1928.  





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